Dopo 43 anni palazzo Ducale, a Venezia, torna a ospitare un’opera lirica. In scena tra le arcate gotiche del palazzo dei Dogi, l’Otello di Verdi. E, per l’evento dell’anno, sono attesi ministri e vip da tutta Italia. Orchestra, cantanti e pubblico muti al suono della Marangona. Una magia in quattro atti che solo Venezia può ospitare, per il ritorno dell’Otello verdiano a Palazzo Ducale, da mercoledì 10 luglio (ore 21.30, in replica il 14 e il 17 luglio alle 21.30). Grazie al Teatro La Fenice e alla collaborazione con i Musei Civici Veneziani, il Moro di Venezia tornerà accanto alla Scala dei Giganti, per la regia di Francesco Micheli – che ne ha già curato l’allestimento in teatro e per la tournée giapponese lo scorso aprile – e la sapiente direzione musicale di Myung-Whun Chung.
L’ultima volta dell’Otello a Palazzo Ducale è stata nel 1970, 43 anni fa. Anche se nel ’66 ci fu una memorabile interpretazione ripresa pure in Eurovisione. I melomani meno giovani ricordano poi quell’episodio con Mario Del Monaco protagonista, per l’occasione uscito dall’hotel con il costume di scena, nell’allestimento del 1960. Domani sera toccherà al tenore statunitense Gregory Kunde dar voce al protagonista, accanto alla Desdemona di Carmela Remigio, a Lucio Gallo in Jago, Francesco Marsiglia per Cassio, Mattia Denti in Lodovico e Matteo ferrara in Montano. «Ho messo in scena il dramma della gelosia e dell’odio – spiega Francesco Micheli, in fibrillante attesa per la prima di domani – che si consumano nell’intimità di una camera da letto, l’epicentro in cui convergono le ragioni affettive e quelle di stato».
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